Tagliare diamanti è un arte: le tecniche

Tagliare Diamanti non è un compito da dilettanti, ma un’opera degna di un artista: il tagliatore. Chi taglia i Diamanti è un artista che si avvale della tecnica e del suo estro creativo, porta alla luce lo splendore del Diamante, privato di tutto il materiale grezzo che ne offusca la bellezza.

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Il Diamante presenta due caratteristiche che ne rendono particolarmente complessa la lavorazione, vale a dire la durezza e la fragilità. Sembra impossibile che entrambi questi elementi siano presenti, ma è proprio un simile curioso dettaglio che accresce il fascino del Diamante. La Gemma delle Meraviglie, nel corso dei secoli, ha contribuito ad esaltare la bellezza di donne celebri, come Liz Taylor, la diva dagli occhi viola, accrescendone l’alone leggendario.

Tecniche per tagliare Diamanti

La tecnica più antica per tagliare Diamanti grezzi si chiama clivaggio, vale a dire, quel particolare processo che prevede l’utilizzo di un mazzuolo di legno e di una lama per sgrossare il grezzo e far emergere, grazie alla magia di una tecnica atavica, il vero volto del Diamante. La lama funge da scalpello, seguendo le direzioni di sfaldatura e creando in itinere la forma che avrà il Diamante alla fine del lavoro.

Negli ultimi anni si è diffuso il procedimento della segatura che, rispetto al clivaggio, ha il pregio di evitare gli sprechi eccessivi di materiale grezzo. La tecnica del clivaggio è retaggio della tradizione e, nel contempo, prova evidente del fatto che tagliare Diamanti con maestria sia un arte. Imparare a tagliare i Diamanti richiede un percorso lungo e difficile, al fine di perfezionare il prodotto finale. La segatura è una tecnica più recente che frantuma con una sega circolare il Diamante.

 

Dal grezzo al Diamante

La preformazione, come indica la stessa parola, è il momento in cui il Diamante comincia ad assumere una sua identità. In questa delicata fase il Diamante acquistare quell’aspetto che lo renderà assolutamente unico. In questo caso, gli strumenti utilizzati sono un tornio e un altro Diamante. L’impatto tra i due Diamanti determina la presenza di microfratture che rendono più facile l’eliminazione del materiale in eccesso. Così la foggia definitiva emerge gradualmente dalle mani del tagliatore.

Le mani del tagliatore sono solitamente magiche, come nel caso dell’amico Simone, tagliatore geniale, tutto genio e sregolatezza.

Il Diamante, simile a una crisalide nel suo bozzolo, non ha ancora assunto la forma finale. Attraverso il procedimento della sfaccettatura si ottengono prima otto faccette superiori e poi otto inferiori. Dopodiché, grazie ad una pinza speciale e ad un disco di ghisa, si ottiene il famoso taglio a brillante con una miriade faccette. Il Round Brilliant Cut è una vera apoteosi di luce pura che si frammenta in una pioggia di bagliori.

A questo punto il Diamante è ormai pronto per essere incastonato. Perché sia al massimo del suo splendore, si fa ricorso alla lucidatura, che mira ad eliminare quelle imperfezioni anche impercettibili, le quali possono alterarne la sua purezza e la sua infinita bellezza.